giovedì 25 giugno 2009

I pensieri di un tesserato

Riportiamo una mail pervenutaci, che esprime l'opinione personale di uno dei tesserati del pd locale (questo spazio online è anche loro):

Fare gli auguri in un momento di crisi del centrosinistra è sicuramente difficile, mi sono chiesto però, in tutta coscienza, quali sono le nostre responsabilità di fronte a questo crollo regionale, provinciale e locale, ho guardato indietro e mi sono reso conto che tutto quello che era il nostro patrimonio frutto del lavoro, delle fatiche, della lungimiranza, del sacrificio di migliaia di donne e uomini è andato disperso tra i rivoli del nostro personalismo. Tanti, troppi e tutti i giorni bacchettano quando le cose vanno male, tanti, troppi avvoltoi aleggiano, con lo stesso impegno con cui si critica, con lo stesso impegno bisogna lavorare per un PD migliore e unitario, perché l’appartenenza al partito o ad un’idea dovrebbe essere sempre valida e non a tempo, perché il PD c’era anche qualche mese fa, ci sarebbe da domandarsi chi ha remato contro nel passato e non solo adesso e quali sono o erano le motivazioni.
Questi comportamenti contribuiranno, se non li freneremo, a ritardare la nascita di un reale progetto alternativo alla destra, che sembra meglio attrezzata a rispondere alle paure, alla crisi economica e sociale.
La destra propone di difendere l'ordine esistente e le poche certezze sopravvissute, le sinistre non sembrano rappresentare una reale alternativa di metodi, di proposta, non riescono a farsi percepire come portatrici di un nuovo ordine che potrebbe portare più sicurezza, più stato sociale, più giustizia economica, più libertà dal bisogno e dalla paura.
Martinsicuro, non sfugge alla regola.
Per queste motivi pur comprendendo le ragioni di legittima soddisfazione di parte o di partito, non riesco ad essere soddisfatto per un risultato che a Martinsicuro premia Berlusconi e le sue appendici locali, ma non pone ancora, se non dialoghiamo le premesse per una alternativa futura. Le opposizioni, infatti, sono distanti e distinte. l'Idv il Pd potranno rappresentare, da sole, l'unica alternativa.
Non resta che la strada, lunga e faticosa, della politica, intesa come capacità di mettere insieme forze politiche e sociali, di individuare un progetto comune, di studiare nuove forme di coordinamento e di azione comune, almeno su alcuni grandi temi, tra tutte le forze di opposizione che siano presenti in comune o no, o almeno tra quelle che vogliono tentare di costruire una alternativa di governo futuro e non solo una testimonianza, sia pure nobile, contro il duopolio Di Salvatore -Vallese.
Il cui unico obiettivo, è quello di ridurre al minimo il dissenso delle opposizioni, ma soprattutto di cancellare la rappresentazioni dei conflitti sociali, il crescente malessere, il degrado culturale e politico, e le loro incapacità, cercando di coprire tutto questo con strombazzanti annunci su un giornale compiacente.

La fase attuale è, per contro, di rapido e rovinoso smottamento del rapporto di fiducia tra la democrazia rappresentativa e masse crescenti di cittadini, molti dei quali sfiduciati e preda di ogni ventata demagogica e distruttiva. Potremmo attardarci ad analizzarne le cause, capire quali sono state le realizzazioni sottovalutate e gli errori non perdonati del governo Prodi e di tutti gli altri governi Regionali, Provinciali e comunali (il maggiore dei quali, è stato quello di sostenere ad ogni occasione che l' elettorato è destinato a capire domani, forse fra qualche anno, la giustezza delle cose di cui oggi si lamenta). Si potrebbe elencare, inoltre, le ancor più gravi pecche in cui sono incorsi i partiti (culminate da ultimo in un impeto suicida nell' apertura delle porte del Festival dell' Unità all' appello squadristico di Beppe Grillo per la distruzione di ogni partito presente e futuro, tranne ovviamente il suo). Qui ed ora urge, però, ben altro che acute disamine politologiche. Urge prendere atto di una situazione, confermata da tutti i sondaggi «c' è un crescente rifiuto di questa politica, di questi partiti, di questi uomini politici» e se gli appelli di Beppe Grillo e delle varie liste civiche, danneggiano solo il centro sinistra e fanno ben contento Berlusconi «che da 15 anni fa politica in nome dell' antipolitica», ebbene questo desolante quadro è il frutto non di una mutazione antropologica che ha reso il popolo di sinistra refrattario ai valori della politica ma della delusione amarissima per il degrado etico, la pochezza, la litigiosità, l' incoerenza, la presunzione, l' arroganza, la protervia. Questo ha sovente anche cancellato la percezione della differenza, nell' azione pratica e persino nelle parole, tra destra e sinistra. Eppur tuttavia c' è ancora una possibilità reale di riscossa. Non è affatto detto che almeno la metà degli italiani, che ha votato centro sinistra nelle ultime elezioni politiche e amministrative, sia perduta per sempre o stia passando armi e bagagli nel campo di Berlusconi , Beppe Grillo o di liste pseudo civiche, uniti sotto spoglie diverse in un unico disegno.L' elettorato potenziale del Pd è molto più ampio di quello attuale. La componente dei «democratici indecisi» è costituita in larga misura (40%) da elettori incerti «se» e «per chi» votare... sulla soglia che separa speranza e delusione». Ecco, dunque, il campo dove il PD dovrebbe giocare la sua partita, con rapidità, spregiudicatezza, coraggio: la crisi attuale della politica e la necessità urgente di rifondarne il messaggio.



Tutto questo contrasta con la credibilità. E credibilità vuol dire, in una parola, porsi il problema del costruire. Del costruire, della sua fatica, del senso del tempo necessario, del mettere insieme quel che è da conservare e del mettere da parte quel che è da lasciare. Lavoro lungo, che non prevede scorciatoie. Solo quando cominceremo a farlo potremo risultare credibili al punto da ispirare fiducia, impegno, suscitare speranza, passione, produrre comunità. Per questo ci servirà ben a poco la stanca ritualità di una lettura del voto tutta rinchiusa in una dimensione domestica e di confine, dalla quale far discendere posticce strategie che durano lo spazio breve che ci separa da qui alle prossime elezioni. Poniamoci invece le domande giuste e nei luoghi giusti, e su quelle lavoriamo nella direzione non di un tattico posizionamento ma verso la ricerca di una prospettiva strategica. Il PD si può delineare solo partendo da qui, senza scorciatoie unitariste né trasmigrazioni verso contenitori sempre in attesa di contenuto politico. Ci sono alcune cose che dobbiamo cominciare ad avviare subito, senza perdere un minuto di tempo, pur sapendo che il cammino sarà lungo.
Primo, cura e cultura del territorio. Dobbiamo praticare una politica che abbia insieme la capacità di una cultura universalista dello sguardo sul mondo e il radicamento territoriale del PD che vogliamo. C’è bisogno di costruire una cultura anche territoriale, capace di tessere legami nuovi con le aree e i luoghi della crisi, marcare una presenza e una visibilità costante. Questo vuol dire costruire organizzazione di Sedi, reti, adesioni, che siano prima di tutto occasione di politica e costruzione di un’agenda dei problemi del territorio.
Secondo, lavorare per temi. Se la tastiera della politica è ampia e complessa, è necessario stare quotidianamente sui temi del giorno con il proprio profilo e punto di vista.
Terzo, un luogo di produzione di cultura politica. Tra le tante cose che oggi mancano, quella più importante è l’assenza di una teoria. Una teoria, cioè una certa spiegazione degli eventi, dei fatti. E i fatti accadono, scuotono, sradicano e subito sembrano sparire nella nostra indifferente capacità di assimilarli, di filtrarli, di creare idea del mondo e senso comune delle cose. Un lavoro quasi tutto da costruire, ma non da rinviare.
Quarto, una strategia per le risorse materiali. Sappiamo il peso e le dimensioni dei costi della politica, come vediamo l’insorgere di degenerazioni. Una buona politica si accompagna a moralità e sobrietà, senza effetti speciali. Dobbiamo rivolgerci ai giovani, alle donne e agli uomini che aspettano una nuova speranza dicendo loro che ciò che può renderla possibile sta nella partecipazione di ciascuno, in un nuovo impegno e in una nuova responsabilità di ogni singolo soggetto e in un sostegno che può essere chiesto e dato, sulla base di un progetto riconosciuto, affinché anche qui si misuri quella autonomia che rende un forza politica libera di essere se stessa.
Quattro cose che occorre avviare ora, che richiederanno tempo e impegno per produrre fatti, sostanza, dentro un cammino che non potrà che essere lungo, come lunga è la crisi da cui proveniamo.

Non dobbiamo scandalizzarci delle divisioni se possono essere occasioni di dialettica arricchita, nuova, anche aspra e non spartizione “fra poveri” abbiamo bisogno dell’impegno di tutti, di un’alleanza che sia partecipe dei grandi cambiamenti di cui abbiamo forte necessità. Già da oggi si è aperta la lunga marcia verso il Congresso Nazionale del PD, mi auguro e auguro che non sia la stagione dei lunghi coltelli, dei personalismi, dei veti incrociati ma sia la stagione del risveglio, della partecipazione, dell’aggregazione, dell’inclusività. Se pensassimo di ripartire dall’illusione che un buon capo faccia la resurrezione, cadremmo nei sillogismi della destra che funziona solo per la destra. Gli elettori, i cittadini sono delusi da noi, che abbiamo avuto la possibilità di governare e abbiamo rinunciato a farlo per i nostri inciampi e ingombri. Via tutti dalle poltrone e tutti al lavoro sui temi veri della politica. Altrimenti la mia scelta e quella di molti altri sarà da un’altra parte, quella della politica della vita.

L’importante è non parlare politichese, essere sinceri con gli elettori.

Basta chiudersi nelle torri, nei bar a darsi una rappresentatività che non c’è. Dobbiamo essere limpidi, dire tutto ai cittadini.

Loro poi ci premieranno, col voto e con il loro supporto anche quando i mezzi di comunicazione in mano alla destra saranno contro di noi”. I risultati non arriveranno subito e noi siamo all'inizio di un lungo cammino e come tutti i più grandi partiti attraverseremo vittorie e sconfitte, ma non ci fermeremo e soprattutto non ripeteremo gli errori del passato.
Abbiamo bisogno di un confronto virtuoso di idee, ma, mai più , una litigiosità fine a se stessa".

Se vogliamo porci con serietà e ripartire dal voto ottenuto con lo sforzo di tutti, dobbiamo provare a farlo in un grande lavoro comune.

Dorothy, portata dal tornado nella terra di Oz, si guarda attorno un po’ stupita prima di pronunciare la nota frase: “Ho la sensazione che non siamo più in Kansas”. Questo è il problema, infatti. Dove siamo? Siamo dentro la sindrome di un lungo spaesamento. Per uscirne non serve correre, basta camminare verso la giusta direzione.



Marcello Renzi




mercoledì 24 giugno 2009

Incontro PD 3 luglio 2009

Il 3 luglio, presso il Green Island incontro-cena aperto a tutti i tesserati e simpatizzanti del PD.
Si necessita però la conferma per la propria presenza entro il 28 giugno.
Ordine del giorno sarà la riorganizzazione del partito e la linea politica da scegliere e seguire per il prossimo futuro

Il commissario PD Lucia Spedicato

lunedì 22 giugno 2009

Erosione della costa

Sulla stampa si viene a conoscenza del fatto che c'è stato un incontro il 17 giugno tra operatori turistici, un consigliere comunale della maggioranza e Dirigenti della Regione Abruzzo e del Comune di Martinsicuro.
Considerato che:

Per il nostro paese il tema erosione della costa è prioritario. Infatti il turismo può avere lo sviluppo auspicato se si riesce in via prioritaria ad avere un litorale giusto.

I NOSTRI 6,6 Km di litorale sono fortemente sottoposti a fenomeni erosivi, la fascia costiera con i relativi depositi di sabbia si sono ridotti notevolmente, in diverse situazioni si sono compromesse l’integrità delle infrastrutture retrostanti. (es. la mareggiata di dicembre ‘08 è arrivata sul lungomare nord di Martinsicuro).

Sarebbe interessante sapere sul tema erosione della costa cosa veramente sta a cuore alla maggioranza Di Salvatore e come pensa di intervenire, cosa ha in programma.

Il nostro litorale di 6,6 Km esiste il problema dell’erosione della costa. AMartinsicuro centro l'inverno scorso il mare aveva sovrastato il lngomare e furono necessari interventi d'urgenza, Villa Rosa è stata inserita nel progetto regionale SI.Co.Ra. e il lotto finale è previsto per dopo l’estate.
Trattasi di un ripascimento morbido della costa utilizzando materiale prelevato al largo (oltre 1000.000 metri cubi), dopo aver realizzato una vasca con chiusura delle barriere emerse con barriere sommerse e tre pennelli emergenti e semi-emergenti.

Ciò è quello che la regione sta realizzando basandosi sulle convinzioni scientifiche più recenti.

Ribadendo il fatto che per Martinsicuro il problema erosione della costa è vitale, è necessario comprendere in quali termini la maggioranza Di Salvatore, e l’Assessore ai LL.PP. si pone rispetto il problema.

In quanto rileviamo con preoccupazione che:
In presenza di studi, i più avanzati, che indicano, nella creazione di vasche, celle di contenimento, barriere sommerse e ripascimento morbido la soluzione migliore, la maggioranza Di Salvatore appena insediata cambiò un intervento definito dalla passata Amministrazione e reso esecutivo dal Commissario in cui si procedeva alla realizzazione di una barriera sommersa a Martinsicuro nord per chiudere l’ingresso delle correnti marine sul litorale, collegando la parte nord della prima barriera emersa con la barriera vicino alla costa in un intervento per la manutenzione sulle prime tre barriere emerse.

Si ritiene che se in tutto l’Adriatico si interviene col sistema della creazione delle vasche, celle di contenimento e poi col rinascimento, non si comprende come mai a Martinsicuro si opta per una soluzione diversa?

Questo comunque è il passato, il problema è capire cosa si pensa di fare per il futuro e quale è la visione che se ne ha.

Evidenziato che la quantità di sabbia riportata sul litorale di Martinsicuro a maggio, prelevata dalla darsena, è stato di circa 2/3 mila metri cubi e che senza la chiusura alle correnti, realizzando la barriera sommersa (tra le barriere emerse nel varco a nord) le correnti marine facilmente l’hanno portata via;

Si fa presente quanto segue:

  • Chiedere con energia alla Regione Abruzzo di intervenire con le modalità progettuali regionali e realizzare una vasca o celle di contenimento, collegando con una barriera sommersa le scogliere a nord di Martinsicuro: utilizzando le risorse disponibili dai ribassi delle gare per i progetti CIPE in atto oppure con altri finanziamenti;
  • verificare la possibilità di riversare a Martinsicuro un 5% del materiale previsto per Villa Rosa dopo l'estate nel secondo lotto del progetto Si.Co.Ra., trattasi di oltre 100.000 mila metri cubi;
  • Considerato che la costruenda darsena è una cava di materiale utile al ripascimento, organizzare un sistema di distribuzione di detta sabbia, DRAGAGGIO, con l’utilizzo di una pompa adeguata (sorbona) nelle zone in forte erosione limitrofe.
    Esistono in commercio macchine capaci di effettuare tali lavori.
  • Realizzare col buon senso un progetto di intervento di difesa del litorale tra Villa Rosa ed Alba Adriatica coinvolgendo tutte e due le minicipalità, evitando scelte dannose verso una parte. Ciò era stato già dibattuto in presenza di dirigenti Regionali in un Consiglio Comunale di alcuni anni fa.
Il prof. Francesco Stoppa nella presentazione del progetto SI.CO.RA. ci ricorda quello che Martin Rees, famoso astrofisico, ha predetto “ questo secolo ha il 50% di possibilità di essere il secolo finale e spiegato il perché l'umanità rischia d’autodistruggersi nei prossimi cento anni..
Esiste un solo modo per evitarlo e si chiama Ecologia, la scienza che studia il rispetto e il ristabilirsi delle leggi della Natura. In Abruzzo c’è una grave sofferenza dell’ambiente costa e, l’Adriatico è uno dei casi più seri al mondo in quanto ad inquinamento, erosione, distruzione dell'ambiente. Il novanta percento di questi problemi li ha causati e continua a causarli l’uomo stesso. Ci sono troppe opere sulla spiaggia, i fiumi non portano più sedimenti al mare, il mare stesso si sta sollevando rapidamente.

L’applicazione del progetto SICoRA della Regione Abruzzo comporta la costruzione di celle di contenimento lungo la costa costituite da pennelli emergenti e semi-emergenti, fortemente radicati sulla spiaggia, e barriere semi-sommerse per uno sviluppo lineare di diverse decine di chilometri e inoltre ripascimenti, per un ammontare totale di decine di milioni di metri cubi di cemento, roccia e sabbia. La sabbia dovrebbe essere prelevata molto al largo rimuovendo il fango sovrastante.

Martinsicuro 20 giugno 2009 Capogruppo PD Mauro Paci

venerdì 19 giugno 2009

il bavaglio

È passato l'emendamento D'Alia.

L 'attacco finale alla democrazia è iniziato!
Berlusconi e i suoi sferrano il colpo definitivo alla libertà della rete internet per metterla sotto controllo.
Ieri nel voto finale al Senato che ha approvato il cosiddetto pacchetto sicurezza (disegno di legge 733), tra gli altri provvedimenti scellerati come l 'obbligo di denuncia per i medici dei pazienti che sono immigrati clandestini e la schedatura dei senza tetto, con un emendamento del senatore Gianpiero D'Alia (UDC), è stato introdotto l'articolo 50-bis, "Repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet". Il testo la prossima settimana approderà alla Camera. E nel testo approdato alla Camera l'articolo è diventato il n. 60. Anche se il senatore Gianpiero D'Alia (UDC) non fa parte della maggioranza al Governo, questo la dice lunga sulla trasversalità del disegno liberticida della "Casta" che non vuole scollarsi dal potere.
In pratica se un qualunque cittadino che magari scrive un blog dovesse invitare a disobbedire a una legge che ritiene ingiusta, i provider dovranno bloccarlo. Questo provvedimento può obbligare i provider a oscurare un sito ovunque si trovi, anche se all'estero. Il Ministro dell'interno, in seguito a comunicazione dell'autorità giudiziaria, può disporre con proprio decreto l'interruzione della attività del blogger, ordinando ai fornitori di connettività alla rete internet di utilizzare gli appositi strumenti di filtraggio necessari a tal fine. L'attività di filtraggio imposta dovrebbe avvenire entro il termine di 24 ore. La violazione di tale obbligo comporta una sanzione amministrativa pecuniaria da euro 50.000 a euro 250.000 per i provider e il carcere per i blogger da 1 a 5 anni per l'istigazione a delinquere e per l'apologia di reato, da 6 mesi a 5 anni per l'istigazione alla disobbedienza delle leggi di ordine pubblico o all'odio fra le classi sociali. Immaginate come potrebbero essere ripuliti i motori di ricerca da tutti i link scomodi per la Casta con questa legge? Si stanno dotando delle armi per bloccare in Italia Facebook, Youtube, il blog di Beppe Grillo e tutta l'informazione libera che viaggia in rete e che nel nostro Paese è ormai l'unica fonte informativa non censurata. Vi ricordo che il nostro è l'unico Paese al mondo, dove una media company, Mediaset, ha chiesto 500 milioni di risarcimento a YouTube. Vi rendete conto? Quindi il Governo interviene per l'ennesima volta, in una materia che vede un'impresa del presidente del Consiglio in conflitto giudiziario e d'interessi. Dopo la proposta di legge Cassinelli e l'istituzione di una commissione contro la pirateria digitale e multimediale che tra poco meno di 60 giorni dovrà presentare al Parlamento un testo di legge su questa materia, questo emendamento al "pacchetto sicurezza" di fatto rende esplicito il progetto del Governo di "normalizzare" il fenomeno che intorno ad internet sta facendo crescere un sistema di relazioni e informazioni sempre più capillari che non si riesce a dominare.

Obama ha vinto le elezioni grazie ad internet? Chi non può farlo pensa bene di censurarlo e di far diventare l'Italia come la Cina e la Birmania.
Oggi gli unici media che hanno fatto rimbalzare questa notizia sono stati Beppe Grillo dalle colonne del suo blog e la rivista specializzata Punto Informatico.
Fate girare questa notizia il più possibile. È ora di svegliare le coscienze addormentate degli italiani.

È in gioco davvero la democrazia!!!

giovedì 18 giugno 2009

sabato 13 giugno 2009

Pacco o pacchetto Sicurezza?

Vorremmo cercare di spiegare, in modo oggettivo, chiaro e comprensibile a tutti, i principali contenuti della legge sulle intercettazioni, recentemente approvata dalla Camera dei Deputati ed ora approdata al Senato per l’approvazione definitiva.

Conoscerne i punti essenziali a livello giuridico è indispensabile per formulare poi dei giudizi politici seri e consapevoli, ad un livello più alto delle solite polemiche tra i politicanti da talk-show.

Dal complesso delle disposizioni della legge, si possono estrapolare due orientamenti generali, sostanzialmente oggettivi:

1) la possibilità di utilizzare le intercettazioni viene sensibilmente ridotta.

2) nel bilanciamento tra diritto di cronaca e trasparenza dell’attività giudiziaria da una parte e tutela della riservatezza dall’altra, quest’ultima ha sicuramente avuto la meglio.

La riforma sopprime un grande principio del codice di procedura penale, secondo il quale “è sempre consentita la pubblicazione del contenuto di atti non coperti dal segreto” (art.114 c.7). Questo comma è abrogato, molti divieti si estendono anche agli atti non coperti da segreto e mentre prima, in base a quel comma, in caso di dubbio si imponeva la regola della pubblicazione, ora si andrà caso per caso, in assenza di una regola generale.

Restando sempre sul piano generale, la riforma riduce in altri due punti il livello di pubblicità e trasparenza dell’amministrazione della giustizia:

1) è fatto divieto di pubblicare i nomi dei magistrati che si occupano di un dato procedimento (art.114-6ter cpp), salvo eccezioni. I cittadini non sapranno più quale magistrato si occupa di cosa. I giornali scriveranno genericamente “un magistrato”. Se questa norma fosse stata vigente in passato, probabilmente non avremmo saputo nulla di Falcone e Borsellino, perché si sarebbe solo parlato di “alcuni magistrati della procura di Palermo”.

2) la riforma prevede che la ripresa audiovisiva del dibattimento sia possibile solo se c’è l’accordo delle parti, senza eccezioni (abrogazione del vecchio art. 147 c.2 delle norme di attuazione del cpp). Se questa legge fosse stata vigente al tempo del maxi-processo alla mafia di Palermo o del processo di Tangentopoli, il mancato consenso di un solo imputato avrebbe impedito la ripresa audiovisiva del dibattimento e oggi noi non avremmo quelle immagini che abbiamo visto più e più volte.

Per quanto riguarda la disciplina delle intercettazioni in senso stretto, la normativa è molto ma molto stringente, quasi asfittica.

Possiamo riassumere così i vari interventi della legge.

viene previsto un tetto di spesa per le intercettazioni. (in altri Paesi il costo delle intercettazione è 0 euro perche i governi con un decreto hanno azzerato i costi delle compagnie telefoniche)

Le intercettazioni avranno una durata massima di 40 giorni, prorogabili una sola volta di altri 20 (nuovo art. 267 c.3 bis).

se prima era competente ad autorizzare le intercettazioni il giudice per le indagini preliminari (monocratico) presso ognuno dei 166 tribunali italiani, ora sarà invece competente un collegio di giudici presso ognuno dei 26 tribunali capoluogo di distretto (nuovo art. 267 c.1 cpp). La riforma prevede così nello stesso tempo il passaggio dal giudice monocratico al collegio, che costituirà un filtro più incisivo, e la concentrazione della competenza sulle intercettazioni in soli 26 uffici giudiziari, invece che in 166 come finora.

cambiano radicalmente le condizioni per poter autorizzare le intercettazioni.

Finora le condizioni erano 2:

a) dei “gravi indizi di reato”;

b) che le intercettazioni fossero “assolutamente indispensabili ai fini della prosecuzione delle indagini”.

Un sistema già sufficientemente limitativo, almeno nella lettera.

Con la riforma le condizioni sono 3:

a) degli “evidenti indizi di colpevolezza”;

b) viene conservata la condizione del testo precedente;

c) l’esistenza di “specifiche e inderogabili esigenze relative ai fatti per i quali si procede, fondate su elementi espressamente e analiticamente indicati nel provvedimento, non limitati ai soli contenuti di conversazioni telefoniche intercettate nel medesimo procedimento e frutto di un’autonoma valutazione da parte del giudice”.

La differenza tra i due sistemi è abissale. “Gravi indizi di reato” costituiscono un’esigenza oggettiva, cioè l’esistenza presunta di un reato, a prescindere di chi ne sia o meno responsabile. “Evidenti indizi di colpevolezza” sono invece una condizione soggettiva, poiché è richiesta la prova di elementi che rendano per lo meno presumibile la colpevolezza di un singolo individuo, prova che peserà come un macigno sui magistrati, che si sono serviti finora delle intercettazioni proprio per provare quegli indizi di colpevolezza.

Sostanzialmente la legge permetterà di effettuare delle intercettazioni quando queste non saranno più necessarie, poiché gli evidenti indizi di colpevolezza sono molto vicini a quanto basta per poter avere direttamente la condanna dell’imputato

Come se non bastasse, la terza condizione c) pone un altro muro tra il magistrato e l’intercettazione ed è sufficiente la lettura del testo per capire quanto questo muro sia alto.

Oltre a renderne difficile l’autorizzazione, la riforma impedisce con una raffica di sanzioni la pubblicazione delle intercettazioni, così come di molti altri atti giudiziari. Ecco le principali novità, che comprimono notevolmente il diritto di cronaca e la libertà d’informazione.

Tutti i documenti relativi alle intercettazioni che non sono utilizzabili per il procedimento diventano coperti da segreto e quindi la loro pubblicazione abusiva rientra nella fattispecie del reato di “Rivelazione illecita di segreti inerenti a un procedimento penale” (nuovo art. 279bis cp), punibile con la reclusione fino a 5 anni (nuovo art. 329bis cpp) .

È previsto un nuovo reato, che punisce con la reclusione da 6 mesi a 3 anni chiunque pubblichi intercettazioni di cui sia stata ordinata la distruzione o che riguardano persone estranee ai fatti (nuovo art. 617 c.4 cp). Si tratta quindi di una sanzione che si aggiunge a quella prevista al punto 1).

Per le intercettazioni che invece sono utilizzabili per il procedimento, è comunque vietata la pubblicazione fino alla fine dell’udienza preliminare o delle indagini preliminari (nuovo art. 114 c.2 bis cpp). Mediamente, quindi, i giornalisti potranno pubblicare delle intercettazioni solo 2 anni dopo l’inizio delle indagini.

La pubblicazione illegale di intercettazioni rientrerà nella fattispecie del reato di “pubblicazione arbitraria di atti di un procedimento penale” (nuovo art. 684 cp). È il terzo reato previsto in materia di intercettazioni.

Un altro reato, “Omesso controllo in relazione alle operazioni di intercettazione”, punisce i magistrati che abbiano permesso, con il loro mancato controllo, la pubblicazione illegale di intercettazioni (nuovo art. 685bis cp).

Se un giornalista (caso più comune) è soltanto indagato per violazione di uno dei vari divieti di pubblicazione di cui è disseminata la legge, l’organo disciplinare, cioè il consiglio dell’ordine dei giornalisti, è obbligato a sospenderlo in via cautelare dall’esercizio della professione per 3 mesi, se sono presenti “elementi di responsabilità” (nuovo art. 115 c.2 cpp). Questa sanzione probabilmente sarà il deterrente maggiore per i giornalisti.

La legge colpisce anche la persona giuridica, cioè il giornale, l’editore, in caso di violazione della legge a mezzo stampa (nuovo art. nonies d.lgs. 231 2001), con una sanzione pecuniaria.

Guardare a questa legge con “occhi da giuristi” non può non far concludere che l’attività della magistratura sarà resa molto più difficile dalle nuove norme e che la libertà di informazione ne subirà un pregiudizio.


Comunque noi non dobbiamo temere niente, perchè avremo le ronde a proteggerci. Questi si stanno già attrezzando.....sigh....povera Italia (potevano almeno risparmiarsi la fiducia all'approvazione del testo)

NOI COMUNQUE VI INVITIAMO A FIRMARE QUESTO APPELLO DI REPUBBLICA.

Buon fine settimana

giovedì 11 giugno 2009

mercoledì 10 giugno 2009

Considerazioni elettorali

E' d'obbligo ringraziare tutte quelle persone che hanno contribuito alla riuscita del risultato elettorale ( 1308 voti - 20,96 % ).
Partivamo dal brutto risultato delle Regionali (12 %) ed avevamo un compito non facile.
Abbiamo lavorato bene, a dispetto di quei tanti "avvoltoi" che ci davano per morti. Da oggi il P.D. a Martinsicuro c'è e si appresta, nuovamente, a far parte con onore e con un ruolo di primo piano della storia politica di questa città.
Deve essere chiaro a tutti (e scontato) che il Partito "chiude le porte" a quelli che, direttamente o indirettamente, hanno remato contro o non hanno mosso un dito per far votare il candidato del P.D. in questa campagna elettorale e che speravano in un tonfo.
Il tonfo non c'è stato, anzi, è un risultato lusinghiero. Si apre una nuova fase politica all'interno del P.D. con l'obiettivo comune di riconquistare quel ruolo che avevamo come Partito-guida della sinistra.
Il lavoro non sarà facile, ma se ci libereremo dei tanti pregiudizi che ancora ci costringono a dialogare "per gruppi" arriveremo presto, e con grandi soddisfazioni, ad avere un Partito unito forte e vincente.
Dobbiamo capitalizzare quei 1308 voti valorizzando le nostri migliori e giovani forze. Per fare questo dobbiamo liberarci del passato perchè esso non può essere una zavorra .
Se riusciremo a liberarcene voleremo in alto.

Ancora GRAZIE

Pietro Dursi

martedì 9 giugno 2009

Grazie

Il Partito Democratico di Martinsicuro e Villa Rosa ringrazia quei 1308 elettori che hanno dato fiducia al nostro candidato, Pietro Dursi; il 20,96 % dei votanti. Di poco inferiori i dati delle europee; Marco Verticelli ha totalizzato 260 preferenze su un totale di 1277 voti PD. Per avere a disposizione i dati delle provinciali clicca qui. Per le europee qui.

Avremmo preferito un europarlamentare abruzzese a Silvio Berlusconi, Aldo Patriciello, Luigi Ciriaco De Mita e Clemente Mastella...ma IL POPOLO è SOVRANO.

giovedì 4 giugno 2009

Interrogazione per l'Assessore Tommolini. Oggetto: appalto Pubbliluce

Illuminazione pubblica


Una maggioranza di dodici consiglieri su 21 in Consiglio Comunale ha il potere di approvare tutte le delibere possibili, quando però si fanno operazioni esageratamente sfavorevoli al Comune i consiglieri che hanno a cuore gli interessi del paese hanno il dovere di chiedere l'intervento di organismi sovracomunali per verificare la bontà dell'iniziativa.

Gli interventi su beni comunali devono essere realizzati nel rispetto delle norme vigenti e di quanto stabilito negli atti autorizzativi.

mercoledì 3 giugno 2009

Un passo indietro


fonte: quotidiano "Il Centro" martedi 2 giugno 2009 articolo a cura di Sandro Di Stanislao

martedì 2 giugno 2009

Festa della Repubblica

[...] Con il decreto luogotenenziale del 10 marzo 1946 n° 74 sotto il governo Parri si indicono il referendum Repubblica-Monarchia e l'elezione dell'Assemblea Costituente che deve preparare la Costituzione repubblicana. Gli schieramenti in Abruzzo rispecchiano quelli nazionali. I monarchici con i partiti di destra sono favorevoli ad attribuire il ruolo di Capo di Stato al re Umberto II (succeduto a Vittorio Emanuele III).
I partiti di sinistra si schierano a favore della Repubblica.
La Repubblica ottiene in Italia, nelle elezioni del 2 giugno 1946: 12.717.923 (54,3%) contro i 10.719.284 (45,7%) della Monarchia.
In Abruzzo la Monarchia vince con 325.701 voti contro i 286.291 voti per la Repubblica: si delinea pertanto la presenza di un elettorato conservatore.
La Provincia di Teramo vota per la Repubblica.
Il re Umberto II è costretto ad abbandonare l'Italia, mentre Enrico De Nicola viene nominato Presidente della Repubblica.
L'Antifascismo sul piano giuridico costituzionale, trova sanzione in una delle disposizioni transitorie e finali della Costituzione italiana che vieta: "La riorganizzazione sotto qualsiasi forma" del partito fascista.



Tratto da Il Fascismo, la Resistenza, i campi di concentramento in Provincia di Teramo - cenni storici - di Italia Iacoponi, Colonnella, Grafiche Martintype, maggio 2000, pag. 277-278

lunedì 1 giugno 2009

Un report

La puntata di Report del 31 maggio, analizza un modo differente di concepire lo sviluppo urbanistico del proprio territorio. Non giudichiamo definendolo giusto o sbagliato, di destra o di sinistra; è solo un modo diverso di gestire l'urbanizzazione del proprio Comune. La Gabanelli tratta in pieno un argomento che per Martinsicuro è davvero d'attualità. A differenza di altre realtà però, noi abbiamo ancora la possibilità di scegliere, perchè abbiamo ancora zone verdi, aree agricole e un lungomare che ci permette di vedere il mare. Per vedere l'intero servizio, e ne vale la pena, clicca qui.
Coraggiose (e interessanti) però sono le idee del Sindaco di Cassinetta di Lugagnano, contenute nel video sottostante (estrapolato dalla puntata del 31 maggio):